Dal Green Pass allarme per porto e farmacie

Il rifiuto dei lavoratori portuali di assoggettarsi all’obbligo del Green Pass, in vigore da venerdì e la loro già preannunciata astensione dal lavoro, potrebbe avere ripercussioni molto serie per il porto di Trieste.

La paralisi dello scalo, oltre alle dimissioni del presidente Zeno D’agostino, porterebbe pure alla perdita di un notevole volume di traffici alcuni dei quali hanno già optato per altri hub marittimi e modalità di trasporto al fine di evitare di trovarsi imbottigliati nel capoluogo giuliano.  

Peraltro, al fine di venire incontro alle istanze degli addetti, spedizionieri, agenti marittimi e terminalisti, si sono già offerti di farsi carico del costo dei tamponi a beneficio degli addetti che operano in porto, opportunità, tuttavia, già rifiutata dai lavoratori.

La presentazione obbligatoria del “Certificato Verde” sta mettendo in forte difficoltà anche le farmacie, impossibilitate a fronteggiare la richiesta di prestazioni al fine di ottenere l’attestato provvisorio “Covid-free”.

Sempre sul fronte Green Pass, è stato varato ieri il nuovo DPCM in base al quale il datore di lavoro dovrà effettuare sui dipendenti verifiche quotidiane che potranno essere a tappeto o a campione con, in quest’ultimo caso, la rotazione dei soggetti controllati che comunque non potrà essere inferiore al 20% del totale del personale presente nelle strutture .  

Saranno esonerati dall’esibizione del documento clienti di soggetti privati e utenti delle PA, mentre è confermato invece l’obbligo di possesso del Green Pass per tutti i fornitori.

In caso di inadempienze, le sanzioni andranno dai 400 ai 1.000 Euro per i datori di lavoro e dai 600 ai 1.500 per il lavoratore non in regola.

 

“Il Piccolo”, pagg. 2/3/7/11; “Messaggero Veneto”, pagg. 3/6