Negozi, un tavolo sulle aperture

La Filcams Cgil chiede al Comune di definire un calendario con tutte le parti interessate

«Anche domenica 28 aprile, per il Raduno nazionale dei carabinieri, il comparto commerciale triestino è rimasto ancora una volta chiuso». A farsi interprete del disagio creato da una situazione di scarsa chiarezza è la rappresentante della Filcams Cgil regionale, Adriana Merola, che ricorda come siano caduti nel vuoto gli appelli all'apertura del presidente della Camera di commercio, Paoletti, e del rappresentante dei dettaglianti, Franco Rigutti. «Appare evidente e dimostrato - dice la sindacalista - che le incertezze, le improvvisazioni, il cambio estemporaneo dei programmi delle aperture soprattutto domenicali, creano problemi gravi non solo ai lavoratori dipendenti del settore, ma anche alle imprese. Quel che serve - sostiene Merola - è che l'amministrazione comunale dia corso a quanto previsto dalla legge di riforma, realizzando un tavolo di concertazione con le parti sociali interessate, per la definizione di un calendario annuo delle aperture domenicali e serali, risultante dal confronto anche degli interessi diversi che in quel tavolo si rappresentano: quelli dei consumatori, dei cittadini, delle imprese tutte, dei lavoratori dipendenti». Secondo la Cgil il tavolo di concertazione contribuirebbe ad evitare l'uso improprio di una sorta di liberalizzazione degli orari commerciali, «come strumento per la conquista del mercato, di alcune imprese rispetto ad altre, spacciandolo per qualità di servizio erogata ai consumatori». In altre città turistiche e d'arte questo strumento è già stato attivato. La Cgil ricorda di aver chiesto a Paoletti più volte un tavolo di confronto utile a calendarizzare deroghe alle chiusure domenicali. «Paoletti e Confcommercio hanno sempre risposto negativamente. Il risultato - conclude Marola - è evidente. La liberalizzazione indiscriminata delle apertura è platealmente fallita».