Il turismo allevia le preoccupazione del terziario del FVG

Crescono i timori circa il futuro andamento economico del Paese, ma si consolida la fiducia sui trend delle proprie imprese e migliorano i ricavi, con il turismo che si conferma essere locomotiva del terziario regionale che rappresenta peraltro il 66% delle aziende extra-agricole ubicate in FVG.

Questi i dati maggiormente significativi, inerenti al 2° trimestre del 2022, evidenziati dall’Osservatorio Permanente sul comparto, iniziativa realizzata da Confcommercio FVG in collaborazione con Format Research e presentati ieri a Udine.

Dettagliando le varie voci che compongono l’indagine e partendo dal sentiment legato alla fiducia, come anticipato, si è accentuato il pessimismo sul futuro scenario economico italiano, a seguito di inflazione, rincari e tensioni internazionali, anche se sono migliorate le percezioni circa le dinamiche a venire dei ricavi e quelle della propria impresa. L’ottimismo è da ascrivere però in larga parte agli operatori del turismo il 69% dei quali ha stimato che l’estate 2022 vedrà un aumento degli arrivi e il 72% delle presenze.

Le imprese di questo segmento auspicano peraltro, ai fini di un ulteriore sviluppo del settore, miglioramenti quanto a organizzazione di eventi e diversificazioni di servizi ed opportunità offerti, anche al fine di favorire la redistribuzione degli ospiti nell’arco di tutte e quattro le stagioni.    

Il Report rileva poi un deciso espandersi delle preoccupazioni circa i prezzi praticati dai fornitori, valutati in continuo rialzo e la disponibilità di liquidità aziendale, ritenuta in peggioramento.

Prospettive confortanti, invece, sullo stato di salute dell’occupazione nel settore mentre, tornando al tema del fabbisogno finanziario aziendale, è diminuita la percentuale delle unità produttive che hanno interpellato le banche per ottenere un credito, i cui costi vengono ritenuti in ascesa.

Le richieste, per lo più accolte, sono state avanzate per lo più per esigenze di cassa (57%), effettuare investimenti (27%) e ristrutturare un debito già in essere (15%).

 

“Il Piccolo”, pag. 26