Edifici chiamati alla svolta green

Via libera, dall’Europarlamento, alla direttiva sulla cosiddette case green, un provvedimento che imporrà nuovi obblighi sia per gli immobili presenti che per quelli di futura costruzione.

La misura, voluta per ridurre i consumi energetici e quindi le emissioni di CO2 degli edifici, prevede un taglio degli stessi del 16% entro il 2030, del 20-22% nel 2035, per giungere al fine al tasso 0 nel 2050  con sole poche tipologie di manufatti che potranno usufruire di specifiche deroghe.

Ogni Stato membro dovrà peraltro completare il piano di ristrutturazione non oltre il 2040. Fra le prescrizioni,  l’addio alle caldaie a gas entro lo stesso anno, l’obbligo dell’installazione di pannelli fotovoltaici e altri adempimenti.

Circa le nuove costruzioni, dovranno essere ad emissioni 0 già nel 2028 se pubbliche mentre, per le altre, il termine ultimo è previsto due anni più tardi.

Le disposizioni comunitarie sottolineano come la priorità degli interventi dovrà essere comunque indirizzata agli edifici in peggiori condizioni, ossia quelli maggiormente energivori, circa  5 milioni nel nostro Paese (il 43% del totale) e 150 mila in FVG che costituiscono il 47,7% del tessuto immobiliare complessivo.

L’adeguamento costerà, da qui al 2030,  ad ogni Paese, 275 miliardi di Euro annui, dai 20 ai 555mila Euro a famiglia a seconda delle caratteristiche dell’immobile. Bruxelles, al riguardo, non ha previsto finanziamenti dedicati, anche se gli Stati membri potranno attingere risorse dai Fondi già in essere istituiti per supportare la transizione energetica e contrastare il cambiamento climatico.

 

“Messaggero Veneto”, pagg. 2/3; “Il Piccolo”, pagg. 2/3