Negli ultimi otto anni, in FVG, il numero di dipendenti è aumentato di 60 mila unità, passando da 312 mila a 373 mila, per un incremento percentuale del 19,4%.
A renderlo noto è un Report, elaborato su dati Inps che evidenzia tuttavia come nel 50% dei casi si tratti di contratto a tempo determinato e/o stagionali, fattore quest’ultimo particolarmente marcato nelle località turistiche balneari e montane.
Capofila della crescita è stato il terziario (46,7%), specie nei settori dell’alberghiero e della ristorazione nei quali tuttavia gli orari di lavoro, le difficoltà di conciliare lavoro e famiglia e talune figure professionali ritenute a torto poco appetibili, rendono difficile il reperimento di personale di cui le imprese hanno invece notevole necessità.
La spinta occupazionale nel suddetto terziario, come evidenziano i presidenti di Federalberghi e Fipe provinciali, Guerrino Lanci e Federica Suban, è un riflesso diretto del costante incremento del turismo che richiederebbe appunto una maggiore consistenza degli organici delle attività economiche correlate a quest’ultimo, un obiettivo sul quale si stanno impegnando direttamente entrambe le associazioni di categoria attraverso l’attuazione di varie iniziative e progettualità.
A livello territoriale, il maggior balzo in avanti del numero di occupati, si è verificato nell’Isontino (+22,4%) che ha preceduto il Pordenonese (+19,7%), il bacino giuliano ( +19%) e quello friulano (+18,5%).
Lo studio, nel far notare come, in termini di retribuzioni, i lavoratori extracomunitari e le donne siano alquanto penalizzate rispetto agli uomini, con stipendi inferiori annui, rispettivamente, di 7.000 e 9.400 Euro, rileva anche la disparità di guadagni fra i dipendenti over 50 rispetto ai ventenni, con i primi che percepiscono una paga quasi doppia.
Inoltre, sempre restando in tema di età anagrafica, il Report rimarca poi come, sempre tra il 2015 e il 2022, a crescere sia stata soprattutto quella relativa ad individui di 55 anni o più (83,8%).
“Messaggero Veneto”, pagg. 2/ 3; “Il Piccolo”, pagg. 2/3