Cresce la preoccupazione degli operatori del terziario del Nordest (+17,9% nel 2023 sull’anno precedente, percentuale comunque inferiore nel raffronto con la media nazionale che sfiora il + 19%) per furti, usura, aggressioni e violenze e atti di vandalismo e, di riflesso, più investimenti in sicurezza, effettuati dal 75% delle imprese del settore.
Questi i dati di maggior rilievo, relativi appunto al Nordest, emersi dalla più ampia indagine, realizzata da Confcommercio nazionale in collaborazione con Format Research e presentata in occasione dell’undicesima edizione della Giornata della Legalità.
L’evento è organizzato dalla Confederazione per sensibilizzare aziende e cittadini sulla necessità di una sempre maggior impegno condiviso nella lotta ai vari fenomeni criminosi.
Dettagliando quindi i vari dati del Report, si nota in primis, nel Nordest, un aumento percentuale maggiore rispetto al resto del Paese solo dei furti (+25,1% contro il 23,5% della media nazionale) e della contraffazione (+16,6% contro il +16,3%).
Guardando infatti agli altri fenomeni espressioni di illegalità, tutti hanno fatto riscontrare incrementi più contenuti, seppur non trascurabili. L’usura è lievitata del 24% (+ 24,4% in Italia), le aggressioni del 20,4% (a fronte del 21,3% della media nazionale), gli atti di vandalismo del 20% (contro il 21,1% registrato nel resto del Paese +21,1%), le estorsioni del 19% (+ 19,6% della media nazionale), le rapine del 16%, percentuale inferiore rispetto al resto d’Italia (+18,9%) e l’abusivismo (+17,4% a fronte del +19,2% della media italiana).
Lo studio fa anche sapere come il 35,9% degli imprenditori della macro-area presa in considerazione, tema il rischio di essere esposto a fenomeni criminali quali furti, rapine, atti vandalici, aggressioni e altro, una paura più marcata rispetto a quanto riscontrato altrove (33,9%)
Le criticità maggiori, per le aziende, sono rappresentate da abusivismo e contraffazione, elementi penalizzanti per il 61,1% delle imprese del Nordest coinvolte nella ricerca (62,8% la percentuale relativa invece alla media nazionale), le quali determinano una considerevole riduzione dei ricavi per il 29,2% delle imprese e una diminuzione dell’appeal delle stesse (15% dei pareri).
Le preoccupazioni derivanti dalla criminalità, da ultimo, hanno indotto il 75,6% delle unità produttive partecipanti all’indagine, ad investire in misure di sicurezza, specie nei sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto.
Il focus ha riservato uno spazio anche ai consumatori il 23,4% dei quali, nel 2023, sempre nel Nordest, con l’obiettivo di risparmiare, ha ammesso di aver acquistato prodotti e servizi illegali (24,2% nel resto d’Italia), utilizzando nella maggior parte dei casi (70,5%) canali online. I prodotti contraffatti più gettonati sono stati quelli di abbigliamento (61,0%), calzature (36,6%) e pelletteria (27,8%).
“Messaggero Veneto”, pag. 16; “Il Piccolo”, pag. 12