Scende vertiginosamente il numero di realtà produttive, aumentano quelle dei servizi al pari della percentuale di imprese gestite da stranieri.
Queste le indicazioni di massima che giungono dal Report “ "Città e demografia d'impresa: come è cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie, negli ultimi dieci anni” , realizzato dall'Ufficio Studi Confcommercio appunto sulla demografia d'impresa nelle città italiane ed effettuato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. L’indagine è andata a raffrontare i dati al dicembre 2023 sulla densità di aziende con quelli di undici anni prima in 120 comuni medio-grandi italiani.
Il focus, in primis, rileva come, nell’ultimo decennio si siano perse, rispettivamente, oltre 110 mila negozi e più di 24 mila attività di commercio ambulante. In ascesa, invece, le attività di alloggio e ristorazione, aumentate di quasi 10mila unità tra il 2012 e il 2023.
Locomotive dell’incremento, in particolar modo, sono stati i Bed and Breakfast, lievitati del 168% nei centri storici del Sud e dell’ 87% in quelli del Centro-Nord.
Continuità poi anche in riferimento alla flessione del numero di imprese gestite da italiani nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi (-8,4%, con bar in calo e ristoranti in crescita), mentre hanno fatto registrare un forte balzo in avanti quello delle realtà produttive guidate da cittadini di origine straniera (+30,1%), un dato che incide per il 50% sul totale dell’entità dell’occupazione di immigrati, aumentata di 242 mila unità.
Analizzando poi gli andamenti delle varie tipologie dell’offerta merceologica, il Report riferisce di una decisa contrazione per carburanti (-40,7%), libri e giocattoli (-35,8%), mobili e ferramenta (-33,9%) e abbigliamento (-25,5%) e di un’espansione invece dei punti venditi vendita che offrono servizi e tecnologia (farmacie +12,4%, computer e telefonia +11,8%), oltre che delle attività di alloggio (+42%) e di ristorazione (+2,3%).
Lo studio rileva pure come il valore delle vendite via web sia passato dai 17,9 miliardi del 2019 a i 35 miliardi nel 2023 (+95,5% i beni e +42,2% i servizi), con un incidenza, lo scorso anno, pari al 17% sugli acquisti di abbigliamento e al 12% in riferimento al beauty.
“Messaggero Veneto”, pag. 18