Solo contrattazione e bilateralità, frutto di relazioni sindacali improntate al confronto e alla cooperazione, possono arginare il dumping contrattuale, la deregulation e la proliferazione incontrollata dei CCNL, il quale è spesso premessa per un lavoro di scarsa qualità con ricadute negative per addetti ed imprese.
Questo quanto ribadito da Confcommercio a fronte di un’indagine, presentata in un workshop organizzato dalla commissione dell'Informazione del Cnel, che ha analizzato retribuzioni e maggiorazioni di cinque figure professionali del comparto.
La disamina, nel dettaglio, ha interessato quattro accordi, quelli di Confcommercio, Anpit, Cifa Confsal e Federterziario Ugl e cinque mansioni, ovvero commesso addetto alla vendita, capo-reparto, specialista, sviluppatore software e impiegato amministrativo.
L’approfondimento, oltre ad evidenziare notevole disparità di trattamento in termini di retribuzioni e maggiorazioni a seconda del CCNL applicato, ha peraltro rimarcato come, quello di Confcommercio, risulti essere l’accordo che offre maggiori garanzie ed opportunità ai dipendenti e favorisca più degli altri la qualità del lavoro, una componente che, al di là della sua valenza etica, reca benefici produttivi anche per le imprese.
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