Confcommercio, burocrazia e difficile accesso ai finanziamenti stoppano la distribuzione automatica

Un calo del fatturato dell’1,7% e delle consumazioni del 3,4% nei primi nove mesi dell’anno nel raffronto con lo stesso periodo del 2023.

Questi i dati, per la prima volta negativi dopo un biennio caratterizzato da dinamiche espansive, relativi al settore della distribuzione automatica in Italia e presentati nella tredicesima edizione degli Stati Generali del Vending, organizzata da Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica aderente a Confcommercio ed incentrata sul tema “Vending 5.0: innovazione, competenze e sostenibilità”. Il trend negativo del comparto, che nel periodo gennaio-settembre ha fatto comunque registrare un ricavato di 1,1 miliardi di Euro e vendite vicine ai 3, è stato determinato principalmente da un’inflazione ancora elevata, dall’incremento del lavoro da remoto e dall’aumento dei costi delle materia prime a cominciare da quello per il caffè.  Flessione piuttosto pesante anche per quanto riguarda l’andamento delle vendite di vending machine, diminuite di quasi il 21% fra gennaio e giugno, nonostante un significativo sviluppo tecnologico delle apparecchiature ed il loro notevole efficientamento energetico.

A fronte di tale scenario, Confida ha auspicato il varo di alcune misure per rilanciare il settore tra cui  un accesso al credito più facile e una semplificazione burocratica per l'accesso ai fondi del Piano Transizione 5.0, opportunità essenziale per rilanciare l'innovazione in un segmento produttivo che deve fronteggiare anche il problema della carenza di personale qualificato, specie di addetti al rifornimento e ai manutentori. Una criticità, questa, che ha indotto l’associazione di categoria ad allacciare una collaborazione con Randstad per concretizzare un progetto di recruiting e formazione, con corsi finanziati e iniziative sociali al fine di favorire l'inserimento di lavoratori dai background professionali più diversi, inclusi migranti ed ex detenuti.

 

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