Rapporto choc della FIPE, perduti 250mila posti di lavoro e 130 miliardi di consumi

Perdita nella ristorazione di oltre 250mila posti di lavoro, per lo più contratti a tempo indeterminati che vedevano impegnati giovani e addetti di sesso femminile e ai quali vanno addizionati altrettanti afferenti al settore dell’alloggio e di 130 miliardi complessivi di Euro di consumi.

Questi i dati maggiormente impattanti del  Rapporto annuale sulla ristorazione “Prove di ripartenza”,  realizzato dall’Ufficio Studi della Fipe/Confcommercio e presentato alla presenza anche del ministro 

allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.

Il report inoltre evidenzia come Il 2020, complice la pandemia, abbia fatto registrare un marcato saldo negativo (-13mila unità produttive) nel raffronto tra attivazioni e cessazioni, frutta dell’abbandono del mercato di più di 22 mila imprese e dell’ avvio di poco più di 9.100.

Una dinamica, quest’ultima, sulla quale certamente ha inciso il fatto che, ben il 23% dei pubblici esercizi, non ha beneficiato dei ristori a seguito di difficoltà legate ai Codici Ateco.

L’analisi ha evidenziato pure come il 60% delle imprese del settore, abbia lamentato un crollo del fatturato sul 2019 pari o superiore al 50%, determinato dal calo della domanda a causa delle misure restrittive, dovute al Coronavirus, sia sulle attività che sulla mobilità delle persone (88,8%), dalla riduzione della capienza all'interno dei locali per l'attuazione dei protocolli di sicurezza (35,4%) e dall’assenza di flussi turistici (31,1%), specie quelli provenienti dall’estero.   

Uno scenario complessivo che ha provocato una picchiata del 33% del valore aggiunto generato dalle aziende della ristorazione che, come ribadito dal presidente della Fipe, Lino Entico Stoppani, necessita urgentemente di sostegni adeguati, maggiormente inclusivi  nonché di strumenti ad hoc in grado di supportare la ripartenza di un tessuto produttivo essenziale per economia e occupazione.