Sintesi Rapporto sul Terziario 2008

Proponiamo di seguito una breve sintesi del "Rapporto Terziario 2008", realizzato dall'Ufficio Studi della Confcommercio nazionale, con particolare riferimento a trend e peculiarità delle aziende del commercio, del turismo e dei servizi del nostro Paese.

Panoramica generale
In prima battuta si può affermare come le condizioni economiche del nostro Paese, rispetto ad un anno fa, siano nettamente peggiorate.
A testimonianza di ciò, forse il dato più esaustivo, le stime legate alla futura crescita del Pil, che non supererà l'1,5%, disattendendo le proiezioni che ventilavano un incremento superiore, o almeno pari, all'1,7%; contrazione, questa, che avrà inevitabili ricadute sull'intero sistema economico e produttivo italiano.
Uno scenario aggravato peraltro dal costante clima di sfiducia da parte delle famiglie, sia pure leggermente attenuatosi dopo le ultime consultazioni politiche, che va a riflettersi sui consumi, ben al di sotto dell'attuale tetto potenziale che, nonostante la congiuntura sfavorevole, potrebbe comunque essere raggiunto.
In tale quadro si inserisce la ancor carente attenzione istituzionale per fattori di vitale importanza per la crescita di un Paese, quali l'istruzione e la formazione, che richiederebbero risorse ben maggiori di quelle stanziate sino ad oggi, fattori invece primari per innalzare il livello di competitività delle imprese.
Un gap, rispetto alla media UE, che certamente ha un ruolo determinante nella difficoltà evidenziata da vari segmenti produttivi a confrontarsi con la concorrenza sui mercati internazionali.

Lo studio
Per disporre di una sorta di identikit delle aziende del terziario sono stati campionati i dati, relativi a contabilità, bilanci, dichiarazioni fiscali, studi di settore, paghe dei dipendenti, di 100.000 imprese associate, in prevalenza PMI, concentrate nei comparti della distribuzione commerciale, dell'alberghiero - pubblici esercizi e dei servizi.
La maggior parte delle unità produttive interessate dallo studio è ubicato nell'Italia settentrionale e centrale.
Particolare attenzione nel documento è riservata alle aziende del settore del commercio, forse il più penalizzato, soprattutto quello al dettaglio, dalla persistente stagnazione dei consumi.

Il Commercio
Utilizzando i dati di Movimprese e dell'Osservatorio Nazionale del Commercio, istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico, nel 2007 erano 1.600.000 le imprese del commercio registrate, pari al 26% del tessuto imprenditoriale italiano, di cui il 39% ubicate nel Meridione. Per quanto concerne la composizione delle unità produttive, oltre 6 aziende su 10 (65,7%) risultavano essere a conduzione individuale mentre 1,4 su 10 (14,6%) erano società di capitale, prevalentemente appartenenti al settore dell'ingrosso.
Va segnalato a questo riguardo come sia comunque sempre più accentuata la tendenza, da parte delle imprese, di presentare una struttura sociale maggiormente complessa, fattore in gran parte dovuto alla necessità di disporre di forze qualificate e preparate per fronteggiare concorrenzialità ed esigenze espresse dai mercati. Confermato anche il peso del comparto del commercio nell'ambito del valore aggiunto del Paese, pari all'11,1% del totale, ma anche sul fronte occupazionale, con 3 milioni e 556 unità di lavoro, di cui 1 milione e 802mila in qualità di dipendenti.
La situazione di difficoltà attraversata dal commercio è confermata anche dalle vendite totali in valore che hanno visto un incremento dello 0,5%, rispetto al 2006; nei poli della grande distribuzione, la crescita è stata del 1%, mentre, per quanto concerne i piccoli negozi, gli indici parlano di positività zero, un dato che presenta gravi implicazioni sotto molteplici aspetti, inerenti anche ad un profilo non strettamente economico.
Per quanto riguarda invece la ripartizione geografica legata al d