Le tensioni con gli Usa allontanano la Cina dal porto di Trieste

L’inserimento, da parte del Dipartimento di Stato americano, della China Communication and Construction Company (CCCC) nella lista dei soggetti non graditi,  rischia di generare ricadute negative anche per lo scalo giuliano che, nelle intenzioni del colosso asiatico, avrebbe dovuto costituire un tassello fondamentale nello sviluppo della Nuova Via della Seta.

La decisione di mettere al bando CCCC  è legata alla convinzione dell’amministrazione Trump che, la società cinese e quelle ad essa correlate, si siano macchiate ripetutamente di politiche scorrette, abusi e scempi ambientali in varie parti del mondo.

Le tensioni fra i due Paesi rischiano pertanto di allontanare definitivamente dallo scalo del capoluogo del FVG la China Communication and Construction Company che,  in base agli accordi sottoscritti con l’Authority giuliano-isontina, si era detta disponibile ad effettuare forti investimenti sul territorio locale tra cui la partecipazione allo sviluppo ferroviario dell’hub portuale, l’ingresso della stessa Authority presieduta da Zeno d’Agostino nella gestione dell’interporto di Košice e la creazione di un centro distributivo in Cina delle eccellenze alimentari, in primis quelle vinicole, del FVG.

Sempre restando in tema di portualità, è stata intanto prorogata sino al 2052 la concessione alla Gct sul terminal dello Scalo Legnami, un allineamento temporale con quello previsto per la Piattaforma Logistica, che consentirà anche una semplificazione gestionale ed amministrativa dei due poli.

 

“Il Piccolo”, pagg. 18/19