La Fipe sul Green Pass, no a discriminazioni a danno di imprese e clienti

L’obbligatorietà del possesso del Green Pass sta accendendo il dibattito non solo fra le varie forze politiche, ma anche tra le categorie economiche.

Ad animarlo è anche la Fipe/Confcommercio che, oltre a evidenziare, pure a livello  regionale, l’impossibilità, da parte degli operatori, di farsi carico degli eventuali controlli, sottolinea pure l’inopportunità del varo di provvedimenti che porterebbero ad una discriminazione fra imprese del medesimo comparto.

Per i pubblici esercizi infatti, l’ipotizzato possesso del Certificato Verde, al caso, andrebbe comunque applicato in qualsivoglia ambito di consumazione, senza distinguo. Al riguardo infatti, l’attuale orientamento del Governo, sembra prevedere che nei ristoranti di alberghi, villaggi turistici e campeggi, il Green Pass potrebbe non essere richiesto mentre, negli altri pubblici esercizi, l’accesso sarebbe consentito  solo se guariti, vaccinati o previa esibizione di un tampone negativo.

La Fipe, inoltre, rimarca pure come i trattamenti differenziali rischino di coinvolgere, oltre alle aziende, anche i consumatori. Le persone in attesa di iniziare o completare l’iter di immunizzazione, non potrebbero infatti godere, in quanto appunto ancora privi della documentazione necessaria, delle stesse opportunità di quelle invece già dotate della “liberatoria sanitaria”.

Le modalità di utilizzo del Green Pass e i nuovi parametri che determineranno il colore degli ambiti territoriali, saranno peraltro al centro anche del prossimo confronto fra Stato e Regioni

 

“Il Piccolo”, pag. 4; “Messaggero Veneto”, pagg. 4/6/7; www.confcommercio.it