Green Pass, rischio paralisi per porto e distribuzione

Nonostante appaiano le prime incrinature sul fronte della protesta, con le organizzazioni sindacali disposte ad accogliere la proposta dei tamponi gratuiti per gli addetti a carico dei terminalisti e il Coordinamento dei lavoratori portuali intenzionato a  bloccare le attività dello scalo senza un’abolizione del Green Pass, resta alta la preoccupazione di diverse categorie economiche per gli effetti che potrebbero derivare dallo stop alle operazioni nell’hub marittimo.

Il rischio, peraltro già concretizzatosi in qualche caso negli ultimi giorni, è il dirottamento dei traffici verso altre mete, uno scenario, come è stato evidenziato anche da Confetra FVG, l’associazione che riunisce agenti marittimi, terminalisti e spedizionieri, che potrebbe dilapidare le dinamiche di costante crescita del porto di Trieste il quale, nel 2019, in virtù delle 62 milioni di tonnellate di merci movimentate, è stato il primo terminal marittimo del Paese.

La questione legata all’obbligatorietà del “Certificato Verde” interessa però anche la distribuzione delle merci e, conseguentemente, vari segmenti di imprese,  in quanto, almeno un terzo dei 900mila addetti dell’autotrasporto e l’80% dei conducenti di vettori stranieri, sono sprovvisti del Green Pass.

Uno scenario che comporterebbe, di riflesso, forti disagi anche per i cittadini, dal rifornimento alle stazioni di servizio, al reperimento dei prodotti sugli scaffali dei supermercati, all’acquisto di altri beni di consumo.

 

“Il Piccolo”, pagg. 2/3/4/6; “Messaggero Veneto”, pagg. 4/8