Addio lanterne rosse, chiude il primo negozio

.: rassegna stampa

L’esercizio gestito dai cinesi all’angolo fra via Udine e via Rittmeyer ha avviato una svendita per cessata attività
Per la Confcommercio è un segno della crisi economica che attanaglia il comparto
Per la prima volta in città chiude un negozio cinese. «Sconti speciali per cessazione attività»: è questa la frase comparsa sulle vetrine dell’esercizio all’angolo tra via Udine e via Rittmeyer, una piccola bottega con le lanterne rosse adibita, come molte altre in città, alla vendita di capi di vestiario e oggettistica varia.
Abituati all’apertura continua di nuovi negozi gestiti da esercenti provenienti dal lontano Oriente, la chiusura per «cessata attività» di un punto vendita della «Chinatown» fa certamente notizia. E appare come un pessimo segno della salute economica cittadina. «Se cominciano a chiudere anche i cinesi allora vuol dire che siamo mal messi», commenta amaro il presidente della Confcommercio Antonio Paoletti.
E loro, i titolari del negozio (che non ha né nome né insegna tranne le usuali lanternine) ammettono che «gli affari andavano decisamente male, non si vende niente». Detto questo i gestori della piccola bottega, marito e moglie (con figlioletto), si trincerano dietro grandi sorrisi e il proverbiale riserbo dei cinesi. Preferiscono non dire i loro nomi, e spiegano solo che «ormai per noi a Trieste gli affari andavano male, inoltre l’affitto del locale è troppo alto; ci trasferiremo in un’altra città del Nord Italia».
«Brutto segno - commenta il rappresentante dei commercianti triestini, Paoletti -, perché i cinesi non mollano il campo così facilmente; vuol dire che sentono anche loro la crisi». «E’ quasi una conferma - aggiunge Paoletti - di come sta andando il comparto del commercio non solo a Trieste, ma in tutta la regione: i consumi non decollano, si prevede un’inversione di tendenza solo nell’ultimo trimestre del 2003».
In quanto alla presenza dei commercianti cinesi, Paoletti conferma che ormai, fra negozi, ristoranti e rosticcerie ci sono in città 130 esercizi con le lanterne rosse, e a parte la chiusura del negozio in via Udine «il trend è in crescita». «Inoltre si stanno specializzando - continua il presidente della Confcommercio - non solo ristoranti e bazar, ma anche negozi di oreficeria; se poi cominciano ad aprire lavanderie a gettone allora siamo a posto: in quel campo non li batte nessuno».
La Confcommercio ha anche provato ad associarli, «ma dopo tanti sorrisi cortesi e un rinvio dall’uno all’altro responsabile ancora nessun cinese si è iscritto alla Confcommercio; anche perché su 130 esercenti solo 27 sono titolari, tutti gli altri sono gestori».
Non solo, ma alcune firme in

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